Dirigente di partito, consigliere provinciale e comunale di Asti

Mauro Ardissone
Graziella Boat
Marianna Comunale

Attento al dialogo nella sinistra

Laurana Lajolo

E’ stato Bruno Ferraris, allora segretario della Federazione PCI di Asti, a introdurmi al lavoro politico a partire dal 1965, anno in cui sono venuta ad abitare ad Asti da Milano e mi sono iscritta alla sezione Centro del partito, una sezione di giovani “intellettuali”, come la definivano i compagni operai, guidata però con mano ferma da un antifascista di grande esperienza e di fedeltà alla linea del partito come Alberto Gallo Spada.
Le discussioni in sezione, guidate dal giornalista de “La voce dell’Astigiano” Valerio Miroglio, “maestro” di studenti come Elio Archimede, di giovani studiosi come Gian Luigi Bravo, di professionisti come Enzo Bagnadentro, di giovani operai come Lorenzo Tarabbio e commercianti come Piero Furia, erano stimolanti. Ci si confrontava in modo libero e dialettico sulle tematiche politiche presenti e passate.
Era una sezione “anomala” rispetto alle altre di fabbrica e territoriali, dove le riunioni erano per lo più organizzative e non di teoria e di metodo politico. In quella sezione si criticava anche il ruolo dirigenziale dei funzionari di federazione e si richiedeva maggiore discussione negli organi decisionali. I compagni che lavoravano in fabbrica criticavano quelli della sezione Centro come parolai che non facevano le tessere. Ma non era vero perché la sezione era attrattiva di nuovi iscritti provenienti da altri ambienti e produceva attività di studio e interventi nei quartieri.
Cartolina spedita da Davide Lajolo, Ulisse
Ferraris dimostrava attenzione per quei giovani, secondo le direttive del PCI di allora interessato a formare nuovi militanti politici. Era interessato a quel tipo di discussione, anche se la monitorava attraverso i più “fedeli alla linea” della sezione, e svolgeva una funzione di mediazione, evitando lo scontro. Da quella sezione ha fatto emergere delle personalità che hanno avuto un ruolo pubblico, come Aldo Mirate che ha assunto molto giovane come funzionario in federazione.
Dopo un’attività politica di base nel quartiere operaio della Torretta di recente costituzione, io sono stata inserita nel Comitato federale e poi eletta in Consiglio comunale con l’incarico di occuparmi delle politiche scolastiche. Quella è stata per me l’esperienza formativa per diventare assessore nella tornata amministrativa successiva.
Entrato in crisi economica il settimanale della federazione “La voce dell’Astigiano”, Ferraris ha condotto la trattativa con il proprietario del settimanale più venduto “La nuova provincia”, l’avvocato socialista Giuseppe Cirio, per arrivare all’assunzione del giornalista Valerio Miroglio e a un incarico al giornalista Elio Archimede. Quella non è stata solo un’operazione economica, ma politica, consolidando un rapporto tra PCI e PSI locale, che ha preparato la Giunta comunale di sinistra del 1975.
Bruno Ferraris da consigliere comunale ha affrontato la discussione molto impegnativa sulla redazione del PRG della città, sostenuto dalle competenze dell’architetto Giorgio Platone e ascoltando i rilievi dei compagni operativi in settori diversi sul territorio. Ha sempre voluto approfondire le tematiche che non facevano parte della sua cultura politica ed è stato un interlocutore molto stimato dagli amministratori comunali di ogni parte politica.
Prima come consigliere regionale poi come Assessore all’Agricoltura ha speso le sue energie e le sue conoscenze per impostare in modo innovativo la politica agricola dell’istituzione pubblica allora appena costituita e ha operato per migliorare la condizione contadina, riandando alla sua origine e all’esperienza maturata alla guida dell’Associazione Contadini Astigiani.
Io lo ricordo come una persona seria ma non severa, la cui vita personale coincideva con quella del partito.

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