Attore del rinnovamento del PCI fino alla nascita del PDS. Dirigente nazionale di Confcoltivatori e consigliere comunale ad Asti

Giovanna Beccuti
Giovanni Pensabene
Flavio Pesce
Franco Testore

Una presenza importante nella mia militanza e vita

Claudio Caron

  La provenienza da famiglia contadina ha costantemente impegnato Bruno a sostenere le battaglie di un mondo che stava concretizzando parole d’ordine  del movimento operaio e contadino come “la terra a chi la lavora”, tutelare ed incentivare la “piccola proprietà contadina”, sviluppare la “cooperazione in agricoltura” e  le  rivendicazioni sempre più attuali ( anni 70 ) come “vogliamo il fondo antigrandine” che  rappresentò un grande momento di mobilitazione dei contadini astigiani a difesa delle loro produzioni ed in particolare della viticoltura.
Avevo incontrato Bruno fugacemente nella Federazione PCI di via XX Settembre e guardavo al suo ufficio di segretario provinciale quasi con timore, tanto era il rispetto e l’autorevolezza dei dirigenti comunisti di quegli anni.
Pausa lavori al Congresso PCI con Olga Marchisio.
Il primo incontro vero avvenne, invece, in treno al ritorno da Torino. Si avviò una discussione sulla occupazione delle case e, mentre io sostenevo che chi non aveva modo di pagare un affitto e dare un tetto alla propria famiglia era giusto che usasse una casa pubblica, Ferraris cercava di contenere le mie valutazioni nei confini della legalità con consigli circa la possibilità di intervenire sui criteri per la formazione delle graduatorie nelle case pubbliche.
Ognuno rimase della propria opinione, ma questo confronto mi fece conoscere il segretario direttamente.
Questo schema (il confronto su posizioni diverse) si ripeté in più occasioni e su più argomenti.
Ricordo, in particolare, il mio voto nel Consiglio di delegati della Fiat contro l’incompatibilità tra incarichi politici ed incarichi sindacali. Anche in quel caso posizioni diverse, rispettose ma chiare ed antitetiche; anche quando arrivammo ai Congressi che segnarono la fine del PCI.
Voglio ancora ricordare che, quando mi dimisi da segretario della Federazione provinciale del PCI di Asti, Ferraris fece di tutto per convincermi a non compiere quel passo e poi lui, Bo, Binelli, Ardissone e Guasso mi proposero una uscita basata sul confronto e sul dibattito che avvenne con altri compagni, tra i quali Pecchioli, Pajetta, Natta e Minucci.
Insomma, il signore corretto, serio e severo che fu Bruno, la sua capacità nell’organizzare i contadini nell’ACA, oggi CIA, l’affabilità con la quale ha sempre discusso con me, mi permettono di ricordarlo con la sua compagna Ciselda e considerarlo una presenza importante nella mia militanza e vita.    

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